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Atenei italiani impegnati sul fronte della cooperazione internazionale allo sviluppo

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Il Coordinamento Universitario per la Cooperazione allo Sviluppo (CUCS: https://retecucs.it/) nasce nel 2007 a partire da un’esperienza di coordinamento fra atenei italiani stimolata dal Ministero Affari Esteri, per favorire lo scambio fra i/le giovani, in particolare degli studenti e studentesse universitari insieme ai loro docenti, sui temi della cooperazione internazionale allo sviluppo.

Con cadenza biennale il CUCS organizza un Convegno a cui partecipano gli attori coinvolti nelle attività di cooperazione accademica nei Paesi del Sud del mondo. Quest’anno si è tenuto a Napoli il 21-23 aprile con un programma molto ricco e variegato.

Nell’ambito della sessione dal titolo “CARTOGRAPHY IN DEVELOPMENT COOPERATION: POWER AND COUNTERPOWER, CRITICAL APPROACHES AND NEW TECHNOLOGIES”, coordinata da Giacomo Pettenati dell’Università degli Studi di Torino e Silvia Grandi dell’Università di Bologna, abbiamo presentato il poster “Firstlife for decentralized cooperation”.

È stata l’occasione per poter accennare all’utilizzo di FirstLife nei progetti di cooperazione decentrata, avviati dalle amministrazioni locali con omologhe amministrazioni dei Paesi del Sud del mondo, in particolare nell’area dell’Africa subsahariana.

Nel poster sono stati evidenziati i risultati del tirocinio condotto da Enrico Barone nel corso del Master ICT for development and social good (2020-2021), promosso dall’Università di Torino in collaborazione a ONG 2.0, e seguito da Monica Cerutti e Cristina Viano.

Questa attività ha evidenziato, grazie a diverse interviste somministrate a amministratori e tecnici regionali e comunali, e operatori delle ONG, in che modo FirstLife possa essere utilizzata nei progetti di cooperazione decentrata come strumento di collaborazione, coordinamento e restituzione, raffigurando i dati georeferenziati, a partire dai luoghi, dagli eventi, dai racconti e dai gruppi di lavoro.

Una caratteristica molto importante è quella di offrire la possibilità di aggiornare le informazioni progettuali nel tempo, rappresentando ad esempio progetti consecutivi all’interno di uno stesso programma, così come avviene nell’attività di cooperazione del comune piemontese di Borgomanero in Benin, partita nel 2012, scelta come modello.

L’altro aspetto su cui porre l’accento è come la restituzione digitale sulla piattaforma FirstLife possa attivare relazioni nel mondo reale dei Comuni cooperanti, non sostituendosi ad esso.

L’applicazione https://ict-benin.beta.firstlife.org/ che raccoglie i dati del progetto T.O.G.O..U.N., parte del programma “ALODO ALOME”, è la base su cui intendiamo continuare a lavorare per costruire un modello standard per i progetti di cooperazione decentrata.